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Museo Diocesano


Non si può lasciare Gerace senza prendersi del tempo per la visita al Museo della Cattedrale e al Museo Diocesano all’interno della Cattedrale. La raccolta all’interno di quest’ultimo comprende un considerevole numero di suppellettili ed arredi provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi di culto e confraternite del territorio diocesano. Tra i manufatti di rilievo, sia sotto il profilo della qualità che per la rilevanza nella storia della diocesi, è la Stauroteca in argento dorato, pietre dure e perline portata in Gerace dal vescovo Atanasio Calceopoulos nel XIV sec., ma in realtà ascrivibile al XII sec., realizzata probabilmente in Gerusalemme o nei laboratori normanni di Sicilia. La ricchezza e la qualità dei manufatti esposti compresi tra il XVI e il XX secolo testimonia la grande attenzione dei prelati, succedutisi sul soglio vescovile, nel dotare di suppellettili preziose la Cattedrale e ne documentano il gusto. Di rilievo, tra gli altri, il calice di Mons. Diez De Aux datato 1726, opera di argentiere siciliano eseguita in filigrana e pietre dure, il busto argenteo di santa Veneranda, su cui è impresso il monogramma di Gregorio Juvarra, e la splendida scultura argentea dell’Immacolata datata 1772, commissionata dal vescovo Scoppa. Ottocentesco è l’ ostensorio raggiato di Mons. Pellicano, opera di grande imponenza e ricchezza, e altre suppellettili di argentieri napoletani quali Gennaro Pace e Romanelli. Il percorso è arricchito da sculture lignee quali la settecentesca Santa Filomena, da un pregevole Cristo in avorio e raffinati parati sacri. 

All’interno del Museo della cattedrale è possibile visitare il magnifico arazzo fiammingo di Gerace firmato da Jan Leyniers (1630-1686). Leyniers è una delle più antiche e conosciute famiglie di tessitori e tintori di Bruxelles. La firma di Jan compare, tra le altre, sulla Vita di Mosè (Vienna), sulle edizioni della Vita di Alessandro da cartoni di Jacob Jordaens (Filadelfia, Roma Palazzo Chigi), e diverse edizioni di Meleagro da Charles Le Brun (Chicago , Stoccolma, West Dean).

Utilizzati per abbellire ambienti e pavimenti, ma anche come isolante dal freddo e dall’umidità, gli arazzi sono preziosi oggetti decorativi prodotti in gran parte tra Francia e Fiandre. In passato erano ampiamente scambiati, in parte per la loro versatilità; a differenza degli affreschi, potevano essere facilmente sostituiti in funzione dell’immaginario più adatto ad ogni singola occasione. L’Arazzo di Gerace proviene dal Palazzo Vescovile di quella città, e per la sua rarità e pregio è una delle opere d’arte più importanti della Calabria. Testimonianza dell’alto livello di raffinatezza raggiunto dalla scuola fiamminga nella seconda metà del XVII secolo, e della complessa trama di relazioni culturali promosse dall’aristocrazia e dal clero calabresi.

Al centro della stretta cornice blu è ancora visibile la lettera B, che indicava l’origine dell’arazzo. L’Arazzo di Gerace è stato, infatti, tessuto nelle fabbriche di Bruxelles-Brabant, mentre il nome del suo autore, Jan Leyniers (1630-1686), che si legge in basso a destra, è quello di una nota famiglia di arazzi tessitori e tintori attivi nelle Fiandre dalla prima metà del XVI secolo.