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Chiesa di San Giovanni Crisostomo

La chiesetta dedicata a San Giovanni Crisostomo costituiva il Kathtolikon del monastero femminile omonimo, le cui tracce sono state rinvenute nei saggi archeologici eseguiti nella piazza del 1995.
La chiesa ha un’impronta bizantina ed è la più conosciuta insieme alla Cattolica di Stilo. Paolo Orsi sosteneva che la chiesa di San Giovannello, come viene popolarmente chiamata, andava tenuta sotto una campana di vetro, tanta era preziosa. In essa troviamo semplicità e chiarezza, tipici elementi bizantini. La chiesa si confonde con l’architettura civile.

Tuttavia, non manca la raffinatezza rappresentata dalla dissimulazione tecnica (struttura sapientemente trascurata), dal mascheramento ambientale (che si confonde con le architetture civili), il rifiuto della vistosità (volontà dei Bizantini di non essere appariscenti). Oggi i tratti cromatici della chiesa sono colpevolmente scomparsi. Essa è munita di due aperture: una è posta sul fianco settentrionale caratterizzata da un portale con arco estradossato in conci che forma una lunetta la cui base è data dall’architrave, l’altra apertura, che costituisce l’ingresso principale, è posta sulla fronte ovest e contenuta tra due pilastri a mò di protiro come si riscontra in alcune chiese greche del XI-XII secolo ed è sormontata da un oculo a ghiera di mattoni. L’abside è “raramente perfetta” (oscilla tra i 60° e i 120°): cioè la torsione dell’abside è intenzionale. Questo al gusto si accompagna la simbologia. La finestrella è un’altra imperfezione intenzionale. La sua posizione è leggermente “eccentrica” rispetto alla curvatura dell’abside. Lo stipite coincide alla finestrella. L’eccentricità sul dominio della razionalità geometrica presume familiarità, raccoglimento interiore del fedele. All’interno prothesis, la nicchia posta a sinistra che serve per preparare i doni; e il diaconicon posto a destra dell’altare maggiore che serve per preparare i paramenti dei diaconi.

Capiamo dunque che rispetto alle chiese latine in cui c’è la sacrestia, qui i sacerdoti si preparano di fronte ai fedeli. Ritorna quindi l’elemento della familiarità. Prothesis e diaconicon raramente sono uguali. Ciò dipende dalla posizione del catino absidale. Uscendo da questo santuario, dietro l’angolo è posto un portale a sesto acuto medievale in blocchi di pietra locale in parte murato. Molto probabilmente esso costituiva il portale d’ingresso al monastero di San Pantaleone o di San Filippo d’Argirò intra moenia.