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Chiesa di San Francesco d’Assisi
 

Situata nella “piazza delle tre chiese” è stata edificata sulle rovine di un preesistente edificio romanico ed era annessa a un convento di frati Minori, fondato nei primi anni del XIII secolo da fra’ Daniele, discepolo di San Francesco. Del cenobio restano soltanto il pozzo e una parte del chiostro e, come altri monumenti geracesi, ha avuto una vita a dir poco travagliata. Nel corso del tempo, infatti, il complesso religioso fu danneggiato e adibito a usi profani. Nel 1806 Giuseppe Bonaparte, fratello dell’imperatore Napoleone occupò il Regno di Napoli e, sconfitte le truppe borboniche, si proclamò re: tra i suoi tanti decreti emanò anche quello della soppressione degli ordini religiosi. I frati, costretti ad andare esuli portarono con sé molte opere d’arte impoverendo irrimediabilmente il patrimonio artistico del sacro edificio che divenne, dapprima, una prigione e, in seguito, un mulino, poi un frantoio e, infine destinato ad abitazioni civili.

Un lungo, oscuro periodo terminatosi soltanto nel 1951 quando la Soprintendenza alle antichità della Calabria iniziò un certosino lavoro di recupero e restauro della Chiesa che, finalmente ritornò a essere espressione della spiritualità francescana tanto amata dal popolo di Gerace.
A navata unica, presenta un grandioso portale a triplice archivolto, databile agli anni ’30 del XIV secolo, ornato con decorazioni geometriche e fitomorfe di chiara natura arabo-normanna e arricchito da una monadatura, da diversi capitelli e da una svastica raffigurante il sole che, nel simbolismo orientale, rappresenta l’eternità. L’interno della chiesa, a causa delle traversie subite, è disadorno ma a rimembrare il passato splendore bastano il sontuoso altare seicentesco in marmi policromi intarsiati ed espressione del migliore barocco calabrese, l’arco trionfale del 1664 – sempre in stile barocco – opera del geracese fra’ Bonaventura Perna ed i sarcofaghi di Nicola Ruffo, opera di uno scultore allievo del senese Tino da Camaino. Un sarcofago romanico e alcuni resti di due colonne gotiche testimoniano la bellezza e l’importanza dell’antica cappella di Santa Maria de Jesu, attigua alla chiesa di San Francesco.