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Il Castello


Molto probabilmente, per la sua conformazione fu il primo frourion o castron protobizantino di Santa Ciriaca (VI –VIII secolo). La fortezza acquistò sempre maggiore importanza e fu più volte restaurata e riadattata dai normanni, dagli svevi, dagli angioini e dagli aragonesi. Altri restauri si apportarono nel XVI e XVII secolo quando venne adibita a prigione.

Il Castello è separato dal resto della roccia, su cui poggia la città, da un profondo fossato scavato artificialmente. Un tempo era collegato da un ponte levatoio che poggiava su un pilastro posto al centro (ancora esistente) intagliato nella stessa roccia. All’interno ancora rimangono: sistemi di canalizzazione delle acque meteoriche, un pozzo di origine romana, un piccolo oratorio di epoca bizantina ed un cortile interno. Della costruzione rimane ben poco: una torre circolare aragonese con stemma in marmo, la facciata munita di merli e feritoie, la porta d’ingresso e poche mura, in parte ricavate dalla roccia e in parte si ergono a picco sui burroni circostanti. L’interno, cui si accede mediante una galleria, presenta strutture in gran parte crollate, contrafforti. Originariamente la fortezza non aveva molte torri e mura di cinta non essendo necessarie, perché era ben difesa dal grande strapiombo naturale e dalla distanza che separa dalla città.

Le fabbriche difensive e residenziali del presidio sono poste nella parte anteriore ed erano munite di torri angolari con il grande Palazzo posto in alto, in corrispondenza della porta d’ingresso. La tradizione ci tramanda che si trova anche la grotta, scavata nella roccia, dove Sant’Antonio detto del Castello faceva penitenza. Un’altra tradizione ci tramanda che nella sala del Palazzo, detta di Mileto, sia stato stipulato il patto di alleanza tra i due fratelli normanni, figli di Tancredi D’Altavilla, Roberto detto il Guiscardo e Ruggero, per cui secondo alcuni qui a Gerace furono gettate le basi per la costituzione del Regno di Napoli. Nella zona antistante al castello vi è un piazzale, denominato “Baglio” che deriva dal greco balòs che vuol dire soglia, ingresso, in questo caso, la grande spianata d’ingresso al castello, potrebbe anche essere il luogo dove esercitavano il loro ufficio il baglivo cioè il giudice che si occupava dei problemi agricoli, o il “balio”, ufficiale amministrativo dell’impero bizantino.