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Gerace città Normanna

Un consiglio: appena giunti a Gerace, dimenticate telefonini, appuntamenti ed affanni di cuore o di lavoro e lasciatevi prendere dalla fascinazione, dalla malia di una città – così è stata riconosciuta nell’ottobre del 2000 dal Presidente della Repubblica – inserita nella Top Ten dei Borghi più belli d’Italia.

Statene certi, vi conquisterà con il Castello, i palazzi nobiliari, la Concattedrale e le tante chiese – edifici, alcuni, di origine greco-bizantina anche se il cuore sia religioso che civile reca la forte impronta di Ruggero I di Sicilia detto il Normanno che trasformò un piccolo paese in un fiorente centro con le botteghe artigiane scavate nelle rocce di tufo, la gustosa cucina perfettamente in linea con i dettami della Dieta Mediterranea, iscritta il 16 novembre 2010 dall’Unesco nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità.

Gerace: perla dell'Aspromonte

E la natura bella, rigogliosa, dai cangianti colori a seconda delle stagioni che fanno sì che essa costituisca la perla del Parco Nazionale dell’Aspromonte di cui è parte e che la circonda. Quasi a proteggere la nobile, fiera città che, per la sua posizione arroccata, regala – ciliegina sulla torta – una vista a trecentosessanta gradi su gran parte del territorio della Locride a cui appartiene; la Costa dei gelsomini come viene anche chiamata per la coltivazione della pianta dai profumatissimi fiori raccolti dalle donne – le gelsominaie – per poi venire esportati  soprattutto in Francia ed essere utilizzati nella preparazione dei profumi ma anche, a testimonianza dell’inventiva dei geracesi, quale ingrediente principale non soltanto di un aromatico liquore ma anche di biscotti e di una crema che farcisce dei golosi cioccolatini.

Gerace: secolare bellezza

Un prezioso, rarissimo unicum di storia, arte e natura che ancora oggi si rispecchia nella descrizione fatta da Edward Lear, un viaggiatore, scrittore e illustratore naturalista inglese che durante il suo Grand Tour alla scoperta delle bellezze dell’Italia così la descrisse nel suo libro “Diario di un viaggio a piedi – Reggio Calabria e la sua provincia (25 luglio-5 settembre 1847”): “Piena di palazzi bellamente situati, posta su uno stretto margine di roccia…meravigliati da tanti panorami che si presentano da ogni lato; ogni roccia, Santuario o palazzo a Gerace sembravano essere sistemati e colorati apposta per gli artisti…” Elegante, maestosa tanto da essere definita la “Firenze del Sud” ma anche “Città sacra” – Gerace, nei primi anni del 1700 contava ben 128 chiese, alcune annesse a conventi e monasteri – è figlia di un sogno generoso: quello di Ruggero il Normanno, il discendente della dinastia degli Altavilla, conte di Calabria e primo Gran Signore di Sicilia, nato nel 1031 in Francia, in Normandia, quasi sicuramente nel villaggio di Hauteville-la Guichard e giunto in Italia, a 26 anni, insieme con il fratello maggiore Roberto detto il Guiscardo, alla conquista di nuovi territori.